venerdì 3 agosto 2007

...Noi Linkiamo, Voi Linkate, Essi continuano a non farlo / PARTE 2

Commento a Paolo Gallori, in merito alla questione già affrontata nel post precedente. Rispondo qui, dato che il commento non viene visualizzato sulla sua pagina. Nei commenti trovate anche la sua risposta.

per il link al suo post aggiornato cliccate QUI

QUI invece il link al posto di Daveblog sullo stesso argomento.


Ho molto apprezzato l'aggiornamento di Gallori al suo post, se non altro permette di prendere le distanze dai commenti apparsi e firmati a suo nome (e con tre l).

Mi trovo d'accordo con l'opinione sull'ormai deleteria abitudine del copia incolla nella musica, soprattutto quella commerciale.

Ma il problema è un altro. Io capisco che quanto hai scritto (mi permetto di darti del tu) compare su un blog e che il weblog è tale proprio perché permette all'autore di esprimere un'opinione. Tuttavia faccio notare, come se ce ne fosse bisogno, che il tuo post è stato citato su una delle maggiori testate nazionali, cosa che qui da noi non capita a chiunque, come per esempio in America. In Italia l'utente medio ha scarse possibilità di essere citato da un quotidiano on line, perché si preferisce non dare autorevolezza alla "informazione dal basso" e soprattutto si preferisce fare in modo che l'attenzione del lettore non venga dirottata su altri siti. Non a caso qui ci troviamo su Kataweb e non su altri portali, siti o piattaforme per blogger.
Dato che ho avuto modo di leggere altri tuoi articoli ed interviste, sapendo che sto parlando con un professionista del mestiere, dispiace notare delle mancanze che nel mondo dell'informazione rischiano di creare distorsioni della realtà dei fatti. Qui parliamo di musica, magari si può privilegiare o sfavorire un autore con una critica più o meno benevola, ma non accade nulla di gravissimo. Ma gli altri giornalisti che parlano di politica, economia, ambiente? La mancanza di precisione può essere fatale all'opinione pubblica ed un professionista sa bene che sta trattando "materiale delicato". Il rischio è che quanto accaduto con te, indichi un atteggiamento diffuso tra alcuni altri giornalisti.
Credo converrai con me che, se rileggi il tuo articolo dal di fuori, facendo finta di non conoscere le tue intenzioni, è facile scivolare nella deduzione: "ma allora Mika ha plagiato un altro gruppo". Puoi usare tutti i vocaboli più asettici che vuoi, argomentare con cautela. Ma il succo non cambia... di sicuro ti evita denunce per diffamazione... ma il lettore che ci tiene a quello che scrivi si sente tradito quando su un altro blog di un pinco pallino qualsiasi, che magari fa il salumiere di mestiere ed ha il pallino del giornalismo,trova lo stesso argomento trattato in maniera ineccepibile.
Ora potrai anche ripetermi fino alla noia che questo è un blog e non un articolo, ma sai meglio di me che non è così. Cioè non è un blog alla stregua di Pino Scaccia, che attraverso il suo diario on line si libera dei canoni giornalistici e integra la sua stessa informazione con risvolti, opinioni, pensieri e approfondimenti che la stampa non accetterebbe. Questo, che tu ne sia cosciente o meno (credo la prima che ho scritto), è la rappresentazione di un blog, un modo come un altro per attrarre lettori nel giro dei siti collegati, attraverso un linguaggio più diretto e leggero. Per me è un aberrazione che manco dovrebbe esistere.
Ci tengo a scrivere quanto penso, anche se off topic, perché io, da sempre fiero lettore di Repubblica e delle pubblicazioni del gruppo Espresso, digitali e cartacee, noto una perdità di qualità sconcertante. Magari nemmeno voi giornalisti siete contenti di questa piega, il fatto è che il vostro essere "market oriented" vi fa perdere di vista lo scopo principale del mestiere: informare.
Come hai puntualizzato e cito testualmente: "certo, Mika spiega tutto nei credits. Però non tutti hanno comprato il CD, non tutti hanno letto delle sue buone intenzioni, spiegandosi così quale fosse l’origine di quel formicolio, la sensazione del “già sentito”, che hanno avvertito ascoltando il pezzo alla radio o guardando il video in televisione".
Mi chiedo perché non l'hai spiegata tu questa cosa? Perché non hai segnalato un sito o un blogger che parlasse di questo particolare? questo è l'essenza del mestiere, questo sarebbe stato informare. E anche se si fosse trattata di una opinione, da un critico musicale ci si aspetta che ne sappia più del lettore o che in caso contrario professare umiltà, dato che tutti abbiamo da imparare da tutti e non c'è niente di male in questo, (Dan Gillmor docet).

So di essere duro e ci tengo a precisare che non ho nulla contro di te, anzi ho apprezzato, come ho già scritto, altri tuoi articoli.
Purtroppo questo articolo/post/opinione, come preferisci tu, dato che è tutte e tre le cose, non è che uno dei sempre più numerosi segnali di una stampa claudicante e di un mestiere, quello del giornalista, sempre più arroccato sulle sue posizioni, sempre meno aperto all'esterno e chiuso in uno splendido isolamento che un numero sempre inferiore di persone (leggi quelli che non sanno usare internet o lo usano solo per chattare) è disposto ad apprezzare.
Al momento io non posso fare altro che dire la mia ed aspettare un cambio di rotta: quando vedrò arrivare il mercato, so già che poco dopo arriverete voi.

Buona navigazione a tutti.

2 commenti:

paolo ha detto...

ciao Il_Giank

sono Paolo Gallori, l'originale, e come vedi, vengo a giocare "fuori casa". dopo essere stato subissato di improperi (non sai che bella sensazione...). ho letto tutto il tuo intervento, meriti una risposta. Dici di conoscermi per i miei articoli e le mie interviste, forse avrai notato che è proprio in quella sede che utilizzo il rispetto, la prudenza e il massimo della precisione. ho sempre inteso il blog, invece, come uno stagno in cui lanciare un sasso, una discussione, con leggerezza e meno formalità. sulla vicenda Mika, dal titolo e dal tono del pezzetto speravo che i lettori intuissero la mia voglia di giocare con il "politically uncorrect". la mia intenzione? scuotere il pubblico dalla triste consuetudine di considerare ormai "normale" l'utilizzo di estratti, basi, suoni, ritmi altrui. punto. capisco che i fan possano sentirsi feriti, ma Mika mi è sembrato l'esempio perfetto: giovane, in fase di decollo, eppure come SINGOLO sceglie una cosa sua solo per metà, forse anche meno. E io continuo a pensare che il SINGOLO, soprattutto nel pop, sia ancora un gran biglietto da visita per un artista. quanto alle imprecisioni, non capisco cosa mi debba essere addebitato. Notizia vecchia, scoop falso, la storia dei credits. Bene, come ho scritto nella replica, il punto non era quello. con Tiziano Toniutti abbiamo creato il giochino del remix, che doveva servire a rendere la cosa ancor più divertente, senza cattiveria: per far sorridere e allo stesso tempo far pensare. ma il gioco non è riuscito. e ti assicuro che mi dispiace, non sono di quelli che se ne fregano

ciao

paolo

paolo ha detto...

caro Il_Giank,
ora mi è più chiaro il mtivo del tuo disappunto, rivolto alla decadenza dell'informazione musicale. allora devi sapere che fino allo scorso gennaio ero responsabile di kataweb musica. ora non lo sono più e quindi tuto ciò che vi passa non è farina del mio sacco. quello su mika è stato solo un mio sporadico intervento sul blog della testata, che ospita contributi di altri giornalisti. non so cosa sia stato scritto in passato nel blog, ma io vorrei rispondere solo di quanto ho firmato, nel bene e nel male. e capirai anche le mie remore nell'entrare in una discussione critica sulla decadenza di kataweb musica.
un caro saluto

paolo gallori